Dal XVII secolo in poi, la vita culturale ebraica ha prodotto molteplici esempi di pratiche musicali basate su modelli extra-ebraici, come l’introduzione della polifonia vocale e strumentale, ma allo stesso tempo inserite in un contesto inequivocabilmente ebraico. Tali manifestazioni hanno sempre due elementi in comune: in primo luogo, tutte le composizioni a noi pervenute hanno come referente diretto la vita ebraica; feste, circoncisioni, anniversari, eventi importanti erano sottolineati da composizioni musicali commissionate dalle comunità a musicisti di varia provenienza. In secondo luogo, è evidente che tali composizioni si basano su stilemi identici a quelli della musica del mondo non ebraico circostante. Tale considerazione consente di trarre un’importante conclusione, ovverossia la diretta corrispondenza tra assunzione del linguaggio musicale straniero ed il processo di assimilazione da parte ebraica, in quelle aree in cui la tolleranza verso gli ebrei era maggiore, alla cultura del mondo rinascimentale e barocco. Questo fenomeno ebbe inizio proprio in Italia, grazie all’opera di Salomone Rossi ed all’apporto teorico di Leone da Modena.